Quante emozioni per Buganza a Vallelunga

Vittoria di classe e quinta piazza assoluta nel Master Tricolore Prototipi per il pilota di Castelfranco Veneto, sulla Bogani dell'icona Merzario.

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Quante emozioni per Buganza a Vallelunga

Toccare il cielo con un dito, ecco come si è sentito Giovanni Buganza nel recente fine settimana all’Autodromo Vallelunga quando ha visto Arturo Merzario infilarsi nell’abitacolo di quella Bogani, telaio numero quattordici, che fu sua compagna in gara.
Il pilota di Castelfranco Veneto, dopo aver attutito l’ondata di emozioni che ha ricevuto, ritornava a trovare la concentrazione per affrontare un weekend carico di impegni.
Partendo proprio dal Master Tricolore Prototipi il trevigiano, in campo per Xmotors Team, onorava al meglio la presenza di Merzario, firmando una bella quinta posizione nella generale ed una vittoria di classe che chiude sostanzialmente la partita per il titolo tra le vetture Historic.

“È stata una grandissima emozione tornare in pista con una gloria del passato di questo livello” – racconta Buganza – “e devo ammettere che la vettura si è comportata benissimo, nonostante fosse ferma da una vita. Qualche piccolo problema, niente di particolare sul fronte tecnico, non ha rovinato le tante soddisfazioni arrivate da motore e meccanica. Si è dimostrata un’auto solida, caratterizzata da un grande assetto. Il momento condiviso con Merzario è stato semplicemente una poesia. Vederlo arrivare ai box, salire sulla sua Bogani e raccontarci tante avventure è stato incredibile. Non posso che essere grato a lui per l’onore della sua presenza.”

Dalle montagne russe emotive all’impegno nel Campionato Italiano Velocità in Circuito Auto Storiche, sempre tra Sabato e Domenica, con Buganza che condivideva l’abitacolo della Porsche 911 RSR, di un Alberto Zoli assente giustificato, con un big del calibro di Denny Zardo.
Una partenza a razzo nelle libere ed un passo in qualifica da dominatori, pole position per Zardo con Buganza alle sue spalle, facevano posto ad una doccia a dir poco gelata.
Autentico mattatore, oltre mezzo minuto di vantaggio sul primo inseguitore dopo mezz’ora di gara, Zardo cedeva il testimone a Buganza al giro di boa ma quest’ultimo, appena uscito dalla corsia box, si rendeva presto conto che qualcosa non andava alla posteriore destra.
Un problema di natura tecnica al mozzo, rivelatosi irreparabile, spegneva i sogni di gloria.

“Ci tenevamo tanto a fare bene” – aggiunge Buganza – “e volevamo vincere, soprattutto per Alberto Zoli. Denny è stato fenomenale, in ogni sessione, mentre io cercavo di apprendere da lui come una spugna. Tutto stava filando per il verso giusto ma, all’inizio del mio stint di gara, ho sentito che qualcosa non era a posto sulla posteriore destra. In pratica il cerchio non stava aderente al mozzo e la ruota non lavorava a dovere. Abbiamo prima provato a stringerla e poi a cambiarla ma non c’è stato nulla da fare. Ci siamo dovuti ritirare e questo rode parecchio.”

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