Tudor deve capirlo, la sua Juventus può giocare solo in questa maniera. Non vi è altra via d’uscita. Con poca qualità d’altronde non si può pensare di giocare e proporre gioco.
I bianconeri hanno poca qualità in mezzo al campo, Locatelli, Thuram, Koopmeiners, Mc Kennie, fanno parte di quella schiera di caalciatori, che un tempo venivano definiti “portatori d’acqua”, o “calciatori di rottura”.
Termini che rendevano bene il concetto di ciò di cui si disponeva.
Adesso si parla in termini fantascientifici, ma il risultato che si ottiene è lo stesso; il calcio è quello, non c’è più nulla da inventare.
Cambiano i nomi e le definizioni, ma la sostanza e la stessa; d’altronde i teoremi lo insegnao: cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia.
Una squadra come quella di Tudor, a prescindere dal modulo che proprone, deve, perchè può solo fare quel tipo di gioco.
Chiudersi a doppia mandata, limitare i danni e ripartire in contropiede.
D’altronde gli unici calciatori di qualità li ha proprio davanti: Vlahovic, Yildiz e volendo Conceicao.
Chi vuol vedere spettacolo, deve andare a guardare le attrezzate squadre di Premier o della Liga.
Questa è una Juve provinciale, che con il Real Madrid (non esattamente il Como o il Verona), ha dimostrato che stando abbottonati e ripartendo, si può colpire l’avversario.
Soprattutto in una serie A, dove la qualità in generale è calata in maniera drastica ed evidente.
Ed allora non è detto che se ti chiami Juventus, devi imporre il tuo gioco, devi dominare l’avversario.
Perchè con il centrocampo che abbiamo già citato e rapidamente analizzato, non sei in grado di farlo: semplice, semplice.
Questo Tudor ha il dovere di comprenderlo, a partire dalla sfida con la Lazio, e proseguendo nella stessa maniera con Udinese e Cremonese.
Perchè peccare di poca umiltà con le squadre cosidette “piccole”, è il primo errore da non commettere (Verona e Como insegnano).
Questa è l’unica squadra che si può percorrere, in attesa che magari a gennaio Tudor, o chi per lui, abbia in dote perlomeno due centrocampisti di qualità.
Quelli che un tempo venivano definiti, dai piedi buoni!





















