C’è un sogno che resiste nel cuore della dirigenza nerazzurra. Ma trasformarlo in realtà non sarà affatto semplice.
Il nome che non tramonta
Gigio Donnarumma continua a essere un pensiero fisso nei piani dell’Inter.
Un’idea affascinante, che stimola sia l’ambizione del club sia l’immaginario dei tifosi.
Il portiere azzurro, oggi al Paris Saint-Germain, rappresenterebbe una scelta da top club, capace di blindare la porta nerazzurra per almeno una decade.
Ma tra desiderio e fattibilità c’è un oceano da attraversare.
Il nodo Parigi
Il Paris Saint-Germain non apre a sconti.
Donnarumma ha un ingaggio pesantissimo e un contratto lungo, che lo lega saldamente al club francese.
Nonostante alcune critiche ricevute in Ligue 1 e in Champions, il PSG non ha intenzione di svenderlo.
Anzi, a oggi non ha alcun interesse a cederlo, soprattutto in prestito.
Questo blocca sul nascere qualsiasi ipotesi concreta, almeno a condizioni “normali” per i parametri economici dell’Inter.
L’Inter osserva ma valuta alternative
Cristian Chivu ha fatto capire di voler un portiere sicuro e dominante tra i pali.
Ma la dirigenza, pur mantenendo Donnarumma nel taccuino dei desideri, continua a lavorare su piste più accessibili, soprattutto giovani da far crescere o occasioni in Serie A.
Il ragionamento è chiaro: meglio investire su un profilo sostenibile, magari con margini di crescita, piuttosto che rischiare un’operazione economicamente ingestibile.
Donnarumma, per ora, resta un sogno senza prospettiva concreta.
Analisi in breve
L’Inter ha le idee chiare: servono certezze tra i pali.
Il nome di Donnarumma rappresenta il massimo possibile, ma è anche quello più complicato da raggiungere.
Con i vincoli economici attuali e con la fermezza del PSG, l’operazione appare oggi fuori portata.
A meno di un clamoroso cambio di scenario, i nerazzurri dovranno orientarsi altrove.
Ma il sogno resiste.
Perché a volte nel calcio, si sa, certe storie aspettano solo il momento giusto per accendersi.
🗣️ La voce di Stepk
Donnarumma all’Inter sarebbe poesia pura, ma adesso serve concretezza.
Inutile rincorrere nomi impossibili se poi si parte male già in ritiro.
La priorità dev’essere una preparazione feroce, la scelta di un portiere affidabile e un’idea di gioco chiara.
Chi c’è, deve dare tutto. E chi arriverà, dovrà essere già pronto a correre.





















