Italia fallimentare Mondiali: televisione spenta al primo tempo

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L’Italia alle qualificazioni dei Mondiali prossimi parte male. Talmente da aver spento il televisore dopo il primo tempo

Italia fallimentare Mondiali – Anche la Gazzetta dello Sport aveva cominciato con tutti gli auspici più positivi nei giorni precedenti. Ma alla fine, tutti abbiamo saputo della disastrosa disfatta in cui l’Italia è caduta. La Norvegia ha egregiamente vinto per tre a zero contro gli azzurri. Sono stati i gol di Sorloth al 14′, di Nusa al 34′ e di Haaland al 42′ che hanno fatto avanzare in classifica di girone la squadra. Ed è stato proprio dopo il gol di Haaland che chi sta scrivendo ha spento il televisore.

Italia fallimentare Mondiali

Uno potrebbe dire che chi deve seguire una partita per parlarne la deve seguire dall’inizio alla fine. È una sorta di codice deontologico tra scrittori e cronisti sportivi la risoluzione fino alla fine di un match. Ma a giudicare dal tipo di gioco di cui gli italiani sono stati capaci, sarebbe stato un vero miracolo vedere riprendersi dopo il primo gol della Norvegia. Al massimo avresti avuto molta meno speranza vedendo fare il secondo gol. Ma visto il terzo uno preferisce smettere di soffrire e capire che anche questa volta l’Italia non ce la fa.

La cosa più bella sarebbe stato svegliarsi il giorno dopo e aver visto che ci sarebbe stato un pareggio, nella migliore delle ipotesi. Che l’Italia avesse rimontato qualche gol per la classifica gol finale. Ma niente di tutto questo. L’Italia si è fatta fare tre cannonate nella propria porta, con tutto il rispetto per Donnarumma. Già dal primo tempo. Nemmeno durante anche il secondo. Tutto quanto nel primo momento della partita. E questo ha ulteriormente abbassato la speranza di una rivalsa.

Adesso la squadra italiana si deve scontrare con la Moldavia. E ci vorrebbe che i moldavi non giocassero in nessun modo, per permettere agli italiani di segnare praticamente a ripetizione. Ma questo certamente non è possibile. Perchè la Moldavia certamente combatterà per la propria qualificazione. E noi possiamo essere italiani quanto si vuole, ma dovremo sudare sangue per risalire la china. Soprattutto senza sapere fino in fondo se sia colpa dell’allenatore o dei calciatori. Senza sapere da che parte sta di queste due la deficienza che ci ha fatto fare una figura penosa.

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