Juventus e il caso David: un rebus tattico

0
144
juventus

La Juventus di Igor Tudor continua a interrogarsi su come utilizzare al meglio Jonathan David.
Il canadese, arrivato come promessa di rapidità e imprevedibilità, si è trasformato in un enigma tattico difficile da risolvere.
In un contesto dove ogni movimento offensivo sembra calcolato, David appare disorientato, come se stesse recitando un copione scritto per qualcun altro.

L’ex Lille gioca troppo lontano dall’area, costretto a rincorrere palloni anziché riceverli in velocità.
Il sistema di Tudor, fondato su pressing organizzato e occupazione rigida degli spazi, non favorisce i suoi tagli diagonali né la sua esplosività nei metri finali.
Il risultato è un attaccante che corre tanto ma incide poco, prigioniero di una struttura che non lo valorizza.

Juventus e un modulo che limita le idee

Il 3-4-2-1 scelto dal tecnico croato, pur garantendo equilibrio, sacrifica la fantasia.
Con due trequartisti costretti a rientrare e un solo terminale centrale, gli attaccanti devono alternarsi in movimenti di raccordo e pressione.
David, abituato a muoversi tra le linee e attaccare la profondità, si ritrova invece spesso spalle alla porta, in zone del campo dove il suo impatto si riduce drasticamente.

Questa rigidità si traduce in sterilità offensiva: poche occasioni, troppi passaggi orizzontali e una prevedibilità che gli avversari hanno ormai imparato a leggere.
Il Marsiglia osserva interessato, pronto a intervenire se la Juventus decidesse di liberarsi del giocatore già a gennaio.

Juventus e le responsabilità di Tudor

Il nodo è tutto tecnico e mentale.
Tudor, nel suo percorso di rinnovamento, deve decidere se adattare la squadra alle caratteristiche dei suoi interpreti o continuare a imporre un sistema standardizzato.
David non è un centravanti classico né un trequartista, ma un attaccante ibrido, da valorizzare con spazi aperti e verticalità.
Costringerlo a un ruolo da riferimento statico significa rinunciare al suo istinto.

Il rischio è quello di assistere a un paradosso: un talento soffocato da un’idea tattica che pretende disciplina più che estro.
E in una squadra già povera di fantasia, questa scelta potrebbe pesare più di quanto sembri.

Prospettive per il futuro

Per la Juventus, il problema non è solo David.
È la ricerca di un’identità offensiva coerente.
Serve un piano che unisca pressing e verticalità, senza sacrificare chi può rompere gli schemi.
Se Tudor vorrà salvare la sua idea di calcio, dovrà dare libertà ai giocatori più creativi, accettando anche il rischio dell’errore.
Solo così potrà nascere una Juventus meno prevedibile e più incisiva.

L’Angolo tattico di Stepk ⚽

Dal punto di vista tattico, la gestione di Jonathan David rappresenta un errore di collocazione più che di prestazione.
Nel sistema attuale, il canadese riceve palloni spalle alla porta, lontano dai corridoi centrali dove sa fare la differenza.
Per sfruttarlo davvero, la Juventus dovrebbe passare a un 3-5-2 più dinamico o a un 4-2-3-1 capace di liberare la sua corsa in transizione.
Servirebbero anche mezzali più verticali e un trequartista in grado di dialogare nello stretto.
Fino a quando resterà ingabbiato nel sistema attuale, David continuerà a sembrare un corpo estraneo.
La chiave per ritrovare il suo rendimento non è la pazienza, ma un cambio di prospettiva tattica.

Articolo a cura della Redazione di Notizie Sportive
Per altre info —> Scrivi alla Redazione

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here