Inter, dominio totale al Meazza: 3-0 alla Fiorentina e lezione di calcio di Chivu

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La notte di San Siro si è tinta ancora di nerazzurro.
L’Inter di Cristian Chivu ha travolto la Fiorentina con un netto 3-0 nella nona giornata di Serie A, confermandosi una macchina perfettamente calibrata, tanto spettacolare quanto efficiente.
Il match report ufficiale evidenzia una superiorità tecnica, fisica e tattica assoluta: 74% di possesso palla, 23 tiri totali contro i 10 viola e un baricentro costantemente alto (57 metri nel primo tempo).
Un dominio che racconta meglio di ogni parola la metamorfosi di questa Inter: aggressiva, ordinata, affamata.

Inter, ritmo, pressing e controllo assoluto

Fin dall’avvio la squadra di Chivu ha imposto il proprio gioco con una densità di passaggi impressionante.
Oltre 500 passaggi riusciti contro i 278 avversari, con una precisione media dell’87%, raccontano una partita condotta sul filo della padronanza.
La Fiorentina ha provato a ripartire, ma il baricentro bassissimo (42 metri nel primo tempo) ne ha limitato ogni velleità.
Le fasi di possesso nerazzurre hanno alternato costruzione manovrata (61%) e transizioni rapide, segno di una squadra capace di variare registro con disinvoltura.
Sommer è stato praticamente uno spettatore: appena due parate in tutta la gara, contro le cinque di De Gea, costretto a respingere le continue incursioni interiste.

Inter, Calhanoglu e Sučić: cervello e cuore del centrocampo

Il motore del dominio è stato ancora una volta la zona centrale del campo.
Hakan Çalhanoğlu, autore di due gol e tre passaggi chiave, ha incarnato la perfetta fusione tra regia e finalizzazione.
Il turco ha corso oltre 12 chilometri, di cui quasi 3,5 in sprint, confermandosi tra i più dinamici del gruppo.
Accanto a lui, Petar Sučić ha macinato 12,7 km totali, risultando il giocatore più attivo in campo e dominando la zona mediana con intensità e lucidità.
Barella, con 29 passaggi riusciti nell’ultimo terzo e quattro key pass, ha completato un trio che ha controllato il ritmo e spezzato quello viola.
Una sinfonia di movimenti coordinati e verticalizzazioni chirurgiche.

Inter, difesa d’acciaio e costruzione dal basso

Il 3-5-2 di Chivu ha funzionato come un orologio svizzero.
Akanji (88 passaggi riusciti) e Bastoni (70) hanno guidato l’impostazione con grande sicurezza, mentre Bisseck ha aggiunto forza fisica e pulizia nei contrasti.
Il pressing alto, sostenuto da Dimarco e Dumfries, ha impedito alla Fiorentina di superare la metà campo con continuità.
Le statistiche lo confermano: 45 palloni recuperati dall’Inter contro i 37 dei viola, 13 cross completati su 34 e un indice di verticalità altissimo per Dimarco (3.33) e Bastoni (2.5).
Chivu ha costruito una difesa che non solo blocca, ma imposta e accelera.

Inter, dominio anche fisico

Dal punto di vista atletico, la superiorità nerazzurra è stata netta.
L’Inter ha percorso 117 km complessivi, superando la Fiorentina (115,8 km) e mantenendo ritmi costanti.
Dimarco e Dumfries sono risultati i più veloci in fase di corsa (oltre 19,6 km/h di media), mentre Carlos Augusto ha toccato il picco di velocità massima con 29,5 km/h.
Un dato che testimonia una condizione fisica straordinaria e una distribuzione armonica degli sforzi.
Il gioco di Chivu, basato su rotazioni continue e intensità controllata, consente alla squadra di dominare anche sul piano della resistenza.

Fiorentina, mai in partita

La squadra di Pioli ha provato a contenere, ma la differenza tecnica e tattica è stata evidente.
Solo 2 tiri in porta e un possesso effettivo inferiore al 46% hanno reso impossibile qualsiasi tentativo di rimonta.
Kean e Gudmundsson hanno faticato a trovare spazi, Ndour e Mandragora non sono riusciti a reggere l’urto del centrocampo nerazzurro.
La Viola ha mostrato buone trame in avvio, ma la pressione dell’Inter ha presto spazzato via ogni equilibrio.

Prospettive per il futuro

Questa Inter è una squadra matura, solida e consapevole dei propri mezzi.
La varietà delle soluzioni tattiche e la brillantezza fisica indicano che Chivu ha costruito un gruppo capace di dominare ogni contesto.
La prossima sfida contro il Verona rappresenterà un test di continuità, ma le basi sono chiare: gioco collettivo, intensità e qualità in ogni reparto.
Se i numeri non mentono, l’Inter è già una candidata serissima per il titolo.
E il pubblico del Meazza lo ha percepito: questa non è solo una squadra che vince, è una squadra che convince.

L’Angolo tattico di Stepk ⚽

Cristian Chivu ha dato forma a un’Inter che unisce la tradizione del 3-5-2 alla modernità del positional play.
Le linee di passaggio si muovono come corridoi dinamici, i centrali impostano, gli esterni invadono e il centrocampo orchestra.
Çalhanoğlu agisce da regista alto, mentre Sučić e Barella diventano le due anime della pressione.
La chiave sta nella costruzione verticale: Bastoni e Dimarco alzano il baricentro e forzano gli avversari a rincorrere.
È un’Inter che respira all’unisono, tecnica e feroce, sempre pronta a colpire al momento giusto.
Una squadra che non solo domina il campo, ma impone la propria identità come un marchio inconfondibile di potenza e lucidità tattica.

Articolo a cura della Redazione di Notizie Sportive
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