C’è un’ombra che aleggia sulla Continassa, un dubbio che cresce a ogni partita.
La Juventus comincia a chiedersi se l’operazione estiva che ha portato Joao Mario a Torino e spedito Alberto Costa al Porto non sia stato un errore di valutazione clamoroso.
Laddove uno fatica a imporsi in Serie A, l’altro è diventato un punto fermo in Liga portoghese.
E il confronto, oggi, è impietoso.
Juventus e la scommessa sbagliata
La società bianconera aveva immaginato Joao Mario come il rinforzo ideale per garantire equilibrio e duttilità.
Un giocatore esperto, ordinato, capace di fare entrambe le fasi.
Ma la realtà del campo è stata ben diversa.
Il portoghese ha mostrato lentezza nei movimenti, poca incisività e un contributo offensivo praticamente nullo.
Le sue apparizioni hanno lasciato la sensazione di un calciatore spaesato, inserito in un contesto tattico che ne esalta i limiti più che i pregi.
In una Juventus che fatica a produrre gioco sulle fasce, l’ex Benfica non è riuscito a rappresentare né un’arma in più né una soluzione d’emergenza.
Alberto Costa, un rimpianto sempre più evidente
Intanto, a Porto, Alberto Costa ha trovato la sua dimensione.
Sérgio Conceição lo ha trasformato in un titolare fisso e determinante, affidandogli compiti offensivi che alla Juventus non aveva mai avuto.
L’esterno corre, crea, difende, si sacrifica e incide.
Ha già firmato gol e assist, diventando uno dei migliori laterali del campionato portoghese.
Una crescita impressionante per un giocatore che i bianconeri avevano giudicato ancora acerbo, ma che oggi avrebbe fatto comodo a un reparto in evidente sofferenza.
Errore di prospettiva
La sensazione è che la dirigenza juventina abbia valutato male le esigenze della squadra.
Serviva un esterno dinamico, giovane, con corsa e coraggio, e invece è arrivato un profilo più conservativo, meno adatto al ritmo imposto da Tudor.
L’idea era quella di dare stabilità, ma il risultato è stato l’opposto: un blocco tattico, un rallentamento nelle transizioni e un impoverimento tecnico sulle corsie laterali.
In un calcio che richiede velocità e imprevedibilità, la Juventus ha scelto la prudenza e, come spesso accade, l’ha pagata.
Prospettive per il futuro
Per rimediare a questa scelta servirà un intervento deciso nella prossima finestra di mercato.
Tudor, che non ama i compromessi, vuole esterni veri, capaci di attaccare la profondità e creare superiorità numerica.
Joao Mario potrà ancora provare a riscattarsi, ma servirà un’inversione di tendenza netta, quasi un piccolo miracolo tattico.
Intanto, Alberto Costa continua a brillare in Portogallo, e ogni sua prestazione sembra ricordare ai tifosi juventini quanto il tempismo, nel calcio, conti più dei contratti.
⚽ L’Angolo Tattico di Stepk
Dal punto di vista tattico, l’errore della Juventus è stato duplice.
Prima la valutazione superficiale del potenziale di Costa, poi l’adattamento forzato di Joao Mario in un ruolo che non gli appartiene.
Nel sistema di Tudor, l’ampiezza e la velocità sono fondamentali, ma il portoghese tende a stringere il campo e rallentare il gioco.
Costa, invece, aveva la verticalità, la spinta e la capacità di leggere l’azione prima degli altri.
In sintesi, lo scambio ha tolto dinamismo senza aggiungere personalità, un lusso che una Juventus in ricostruzione non poteva permettersi.
Articolo a cura della Redazione di Notizie Sportive
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