Spike Lee racconta l’Inter e celebra la sua anima internazionale nel nuovo video “My name is my story”

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Alla vigilia del Mondiale per Club, l’Inter si racconta con un progetto identitario firmato da una leggenda del cinema.

Un messaggio universale

In occasione della partecipazione al prossimo Mondiale per club, l’Inter ha scelto di lanciare un potente messaggio al mondo con il video “My name is my story”, un manifesto visivo e narrativo che celebra l’identità unica del club nerazzurro.

A firmare la regia di questo progetto, l’americano Spike Lee, due volte premio Oscar, che ha accettato con entusiasmo di dare voce alla storia e ai valori dell’Inter.

Il video è stato realizzato da Inter Media House ed è stato presentato il 10 giugno, proprio alla vigilia della partenza della squadra per il torneo FIFA.

Inter, tradizione e futuro

Il filmato non è un semplice omaggio al passato, ma una vera e propria dichiarazione di visione.

Attraverso immagini suggestive e parole decise, Lee ripercorre la nascita del club, il suo spirito fondativo cosmopolita e il legame profondo con Milano, senza mai perdere di vista la vocazione globale dell’Inter.

Il regista, tifoso appassionato e ormai icona culturale mondiale, si lascia andare anche a una celebrazione spontanea, con un’esultanza alla Dimarco, sottolineando il senso di appartenenza e la connessione emotiva che il club sa trasmettere.

Analisi in breve

Con questo progetto, l’Inter non parla solo ai suoi tifosi, ma si rivolge a un pubblico internazionale, nuovo e curioso, proponendo la propria storia come esempio di inclusione, passione e innovazione.

La scelta di Spike Lee come volto e voce del manifesto rafforza il messaggio: l’Inter vuole continuare a evolversi senza mai rinnegare le proprie radici.

In un momento storico dove il calcio cerca sempre più di espandersi verso nuovi mercati, questo video si presenta come un’operazione culturale e strategica.


🗣️ La voce di Stepk

Questa mossa dell’Inter è da club che sa dove vuole andare.

Spike Lee porta carisma, autorevolezza e una visione perfettamente in linea con la filosofia nerazzurra.

E vederlo esultare come Dimarco… beh, è roba da brividi!

L’Inter non si limita a vincere in campo: costruisce identità, fa cultura.

E ora anche il mondo lo sa.

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