Catania Calcio – Nel mare magnum del tifo catanese serpeggiano correnti contrastanti. Da un lato, i complottisti, convinti di una cospirazione ordita dai “poteri forti” settentrionali per relegare il Catania FC in Serie C a vita. Costoro agitano lo spettro di arbitri corrotti e di oscure manovre dietro le quinte, evocando persino figure leggendarie come Luciano Moggi.
Catania Calcio: perché non si è saliti in B?
Dall’altro lato, gli analisti “istituzionali” – giornalisti e presunti tali – predicano calma e rinviano sine die ogni disamina critica sul prevedibile fallimento sportivo. “Non è il momento delle polemiche”, ripetono, invitando all’unità attorno alla squadra e narrando di futuri progetti mirabolanti, acquisti faraonici e ritiri impeccabili. Molti di questi “opinionisti”, diciamolo chiaramente, ambiscono unicamente a gravitare nella ristretta orbita mediatica locale, pavidi di esprimere la minima critica per non incrinare i propri rapporti con la società e i suoi comunicatori, pronti a silurare chiunque osi dissentire.
Ma l’evocazione di complotti inesistenti e l’assenza di un’analisi seria e indipendente non cambieranno la realtà dei fatti. Il quinto posto e l’eliminazione ai playoff contro la prima avversaria di livello rappresentano un fallimento colossale per una società definita “sbrindellata” e organizzata come un’osteria. Gli ingenti investimenti si scontrano con bilanci preoccupanti (e chissà quanti nella dirigenza hanno competenze minime in materia), mentre la proprietà sembra ridimensionare le proprie ambizioni, diventando minoranza nella holding di Termini Imerese. Persino l’acquisto di nome e logo del vecchio Catania fallito, un simbolo importante per la tifoseria, sembra non interessare ai dirigenti.
Al contrario, l’amministratore delegato Grella e i suoi collaboratori preferiscono concentrarsi sul rilancio di Torre del Grifo attraverso interviste compiacenti rilasciate a giornalisti amici, spacciando per imminenti trattative con il tribunale fallimentare che appaiono tutt’altro che concrete. L’ultima intervista patinata di Grella, rilasciata in inglese, ripete le solite promesse, suscitando ormai scarso interesse tra i tifosi. Sorprende, tuttavia, il suo accenno a presunte critiche “capziose e ingenerose” da parte di alcuni media.
È curioso notare come, mentre a Palermo i tifosi organizzati disertavano i playoff per la Serie A a causa delle promesse disattese dalla proprietà, a Catania si registravano quasi 50.000 presenze nelle gare degli spareggi di Serie C, con incassi notevoli. Eppure, le critiche costruttive sono pressoché inesistenti.
Sorge il dubbio (sia chiaro, solo un dubbio) che ai fallimenti sul campo si sommino talvolta anche qualche bicchiere di troppo prima di rilasciare interviste. Per programmare l’ennesima stagione in Serie C, invece, sarebbe necessaria ben altra lucidità.



















